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Ex appartenente al brigatismo rosso, condannato a ventisette anni di carcere, decide di ritirarsi a vita privata una volta scontata la pena. Sceglie una piccola isola dove la tranquillità e la pace del luogo amplificano i ricordi e la rivendicazione delle sue scelte passate. Non si impone alcun pentimento ma è consapevole della sua estrema inadeguatezza alla vita sociale, al mondo presente. La protesta dei pescatori dell'isola contro i grossisti irrompe però nel suo isolamento volontario e apre una breccia. Così, lasciatosi coinvolgere da un gruppo di pescatori dopo l'iniziale diffidenza, decide di affiancarli nella loro causa fino al giorno della rivolta. "La carna trista" è un romanzo sull'impossibilità di sfuggire al proprio destino e ai propri ideali - quando per questi ideali si è disposti a dare la vita.